lunedì 4 febbraio 2013

"io amo il mio lavoro" di Erika Leonardi


"Io amo il mio lavoro"

Persona fortunata da invidiare!




Seduti al bar, in tre chiediamo la stessa bibita ma con tre sottili variazioni! Sorridendo il cameriere prende nota, e io gli esprimo la mia ammirazione. Guardandomi negli occhi commenta: “Signora, io amo il mio lavoro. Dobbiamo capire cosa vuole il cliente. A volte sono anche uno psicologo.”
DOVERE O PIACERE?
Il lavoro non è soltanto il mezzo per pagare le nostre necessità. Rappresenta più che un dovere. Può diventare fonte di piacere, quando il risultato del nostro agire ci rende soddisfatti. Nel caso di impreviste difficoltà, l’ambiente lavorativo diventa una palestra, che ci permette di scoprire capacità che non immaginavamo di possedere.
FELICITA’?
Non è un bizzarria associare il lavoro alla felicità: emozioni e sensazioni, a livello intellettuale e fisico, che ci appagano in modo totalizzante, dimenticando anche la fatica. E non esiste una correlazione fra il tipo di lavoro e la percezione di felicità. È una conquista che nasce da dentro di noi: diventa il risultato del modo con cui viviamo i gesti quotidiani.
E ALLORA?
Era un cameriere adulto, in un contesto dove sicuramente non  si fanno corsi di formazione. Ma era la persona giusta, nel posto giusto: fortunato! Un pizzico di invidia per quel cameriere che sa vivere consapevolmente il significato delle sue azioni. Portare un bibita non è banalmente “consegnare di un bicchiere pieno”: viene vissuto come l’occasione di dare un momento di serenità e di appagamento ad altri. E questa constatazione fa sentire il cameriere utile e importante.

… e se provassimo a prenderlo come esempio?

 Erika Leonardi
http://www.erikaleonardi.it



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