venerdì 24 gennaio 2014

storytelling una "storia" millenaria

Una cosa è certa nel mondo dei social media:  l’ immagine conta più di mille parole.  Postare   una bella  foto su Facebook,  ad esempio,  può far   schizzare in alto lo sharing  (= la condivisione) .

Questo  è quanto sostiene Kristie Nation,  consulente  americana di comunicazione per gli   studi  dentistici.   Il video continua la Nation  ha un impatto ancora maggiore  sullo sharing  nel  mondo dei media.  L’importante è ovviamente non essere noiosi.  Diffondere un filmato   sull’uso  del laser  appena  acquistato, potrebbe  soltanto far crescere gli sbadigli.

Erik Qualman autentico guru della comunicazione digitale nel suo ultimo saggio “Socialnomic”  uscito nella traduzione  italiana (Socialnomics. Hoepli, Milano 2011),  sostiene  che sui   “ social”  hanno più successo le  aziende  orientate  all’intrattenimento  rispetto a quelle  che fanno uso della  classica pubblicità commerciale.






Come  può  un professionista  creare contenuti video condivisibili con un  piccolo budget a disposizione?  La risposta   di   Qualman    è semplicissima :  lo  “storytelling,” ossia  la  prassi consolidata,   di  utilizzare  la narrativa per coinvolgere l’interlocutore cercando di far leva sul suo stato emotivo.   

Oggi è diventata una vera e propria disciplina  lo “ Storytelling Management”  che pare sia  alla base di tanti recenti successi politici e aziendali.

L'esperienza della narrazione ha origini antichissime,  Yohanan Grinspon de The Hebrew University of Gerusalem     nel saggio  Crisis and Knowledge The Upanishadic Experience and Storytelling  (Oxford U.P. 2003) sostiene che   le Upanishad Scritti Sacri Indù dell' VIII secolo a. C sono la prima forma di Storytelling.  Questo avvalora l'ipotesi  che  nonostante le avanzate dotazioni tecnologiche della nostra era, gli esseri umani di tempi e latitudi diverse si pongono    in relazione   in modo analogo.

Patrick Lencioni   autore di “Business  Fable”  sostiene che “le persone sono in cerca di qualcosa che catturi l’attenzione e che fornisca  loro una esperienza piacevole. Le persone imparano meglio quando si sentono  coinvolte”.    Osservando Facebook   si può  vedere   che i  migliori post  condivisi sono storie.   Facebook  stesso   usa la parola "storia" per descrivere i contenuti  da promuovere.

Ecco sei modi  con cui il  nostro studio   secondo la     Nation  sarà in grado di creare storie che gli spettatori vorranno condividere:

1             fai una riunione di team ed analizza le idee per il video, poi domandati: perché  qualcuno dovrebbe condividere questo dopo averlo visto; se non sai rispondere, scarta  questa idea.

2             assicurati che  la trama del video  abbia un inizio un conflitto e una risoluzione finale, questa è una storia  anche se brevissima.

3             Non  dimenticare l’”eroe”  che non deve essere assolutamente il dentista, ma un paziente ad esempio,  in cui tutti possano identificarsi.

4             Storia breve. L’utente facebook  non clicca sul video se è più lungo di 90 sec.   I primi 15 sec sono i più importanti per catturare l’attenzione.

5             Focalizzati su contenuti che devono rimanere freschi anche dopo  uno o due anni per poter essere ricondivisi in un secondo tempo.

6             L’importanza della musica di fondo, attenzione alle royalty;  meglio affidarsi a un gruppo locale per farsi produrre un inedito.


Il Social Media è un viaggio non una meta, quindi agire per continuare a crescere  e migliorare.  Ogni azione fatta sarà migliore della precedente. L’emozione che ti darà il paziente riferendoti di averti  conosciuto  grazie  a  “story”  su facebook   sarà grandissima e ti ripagherà  degli sforzi fatti.



twitter@daviscussotto

lunedì 20 gennaio 2014

il cash flow e lo studio dentistico

Tra tutti i professionisti della  salute i dentisti sono quelli che hanno più difficoltà negli incassi .   A sostenerlo è  Clint Sallee  presidente di  Fidelity Creditor Services Inc, società di recupero crediti che lavora prevalentemente nel campo sanitario in Nord America.  Il  ritardato incasso crea una crisi di liquidità!  Molti dentisti danno eccessiva fiducia al  paziente esponendosi finanziariamente  e devono poi spendere denaro per incassare quanto gli è dovuto.
La Commercial Law League of America,  l’associazione degli studi  legali che operano nel settore  crediti, ha eseguito un sondaggio da cui si rileva che a tre  mesi dalla fine del ciclo di cure si recupera  mediamente soltanto   70 cent per ogni dollaro dovuto;  a sei mesi  si scende a 50 cent e all’ anno solo  23 cent vengono mediamente recuperati.
Mai come in questo caso è valida l’affermazione che il tempo è denaro.    E   siccome prevenire è meglio che curare e importante realizzare in segreteria un  piano per la gestione del credito.




Il primo passo è identificare chiaramente il paziente in prima visita, raccogliere tutti i recapiti telefonici, mail, residenza e luogo di lavoro, parentela con altri pazienti dello studio, eventualmente chi lo ha indirizzato . Meglio conservare i dati nel software gestionale per poterne disporre con facilità. Utile la fotocopia del documento o della tessera del fondo assicurativo.  Il piano  di cure accettato va firmato dal paziente, oltre alla raccolta del consenso può   diventare un utile strumento di recupero credito. La segreteria deve negoziare le condizioni di pagamento,  meglio non iniziare il ciclo di cure se non si dispone di un acconto.  Il  flusso di cassa deve continuare stimolato dalle sollecitazione della segreteria  fino al saldo al termine delle prestazioni.   Dare ampio spazio al credito al consumo,  elimina ogni rischio e fornisce immediata liquidità.   Attenzione alle insidie nascoste, i pazienti che non rispettano l’appuntamento, talvolta celano  l’intento di interrompere o rallentare il flusso  dei pagamenti, pertanto vanno contattati telefonicamente per fissare altro appuntamento e chiedere spiegazioni.  Utile è la revisione periodica dei record dei pazienti con conti ancora aperti  per avere sempre sotto mano la situazione del credito e mettere in atto le necessarie “stimolazioni”:  solleciti a voce o scritti, minacce di azioni legali, lettere dell’ avvocato, citazioni in giudizio o invio all’agenzia di recupero credito.  

davis cussotto

domenica 5 gennaio 2014

I motori di ricerca trappola o vera risorsa per lo studio dentistico



Molti dentisti si  sentono gratificati ammirando le  immagini del proprio sito web  non comprendono però  l’importanza del Search Engine Optimization  SEO.     Questa è l’opinione  recentemente espressa sulla rivista www.drbicuspid.com da  un  collega  Statunitense  il dr David Hall , DDS. Il  termine ottimizzazione (Search Engine Optimization, SEO) indica le attività finalizzate ad ottenere la migliore rilevazione, analisi e lettura del sito web da parte dei motori di ricerca ossia  di Google  che attraverso i sui spider, software  che  scansionano  i contenuti della rete e li indicizzano   creando i ranking ossia  le classifiche in risposta alle richieste (query) di un utente.





Secondo Hall la maggior parte dei siti web non sono correttamente ottimizzati, anche quelli prodotti da aziende che hanno l’endorsement dell’ American Dental Association.  Sono realizzati in modo seriale, non hanno contenuti originali e non sono in grado di generare traffico, vengono ignorati dalle classifiche di Google.  Sono quindi un costo che non genera alcun ritorno economico  e si trasformano presto in una vetrina polverosa, davanti alla quale nessuno si sofferma.

Fortunatamente possiamo valutare  l’efficienza  e la qualità  del servizi web  che ci viene offerto. Google analitic  ci informa in modo  semplice e gratuito  sul numero di visitatori unici alle nostre pagine web.  1000 visitatori unici al mese è un risultato buono,  indice di un sito “ben ottimizzato” che può generare secondo Hall, 20 chiamate/paziente al mese  con un ritorno di fatturato di 67 $ per ogni dollaro investito nella campagna di comunicazione.  Non vanno trascurati gli altri strumenti del web 2.0,  social media,  mailing  che devono operare in sinergia secondo una strategia pianificata.
Attenti alle trappole,  ampia è l’offerta  di aziende che realizzano siti web con buona grafica  ma poco efficaci, poiché non tengono conto della SEO.  I servizi on line offerti da Yellow Page ad esempio sono costosi e sono ormai obsoleti poiché più nessuno fa ricerche sul web utilizzando questo vecchio portale, Google la fa da padrone.

Facciamo un esempio:  un  potenziale paziente si  affida al suo dispositivo (smartphone, tablet o PC)  per cercare un dentista  a Lucca  che gli risolva un problema.  La query che digita su Goggle sarà “dentista Lucca”.  Google  rilascia la:
SERP: “Search Engine Result Page”, ossia la pagina dei risultati del motore di ricerca; è una qualunque pagina di Google  che tutti conosciamo che compare dopo aver  inserito  i termini da cercare.


  La SERP ci fornisce  due tipi di dati:

1)    search engine advertising (SEA) ossia gli annunci a pagamento di Google (AdWords), link sponsorizzati posizionati  nella colonna di destra della pagina e nei primi  tre risultati  (fondo rosa) a sinistra.
2)   I  Search engine optimization   (SEO) sono   risultati non a pagamento   compaiono  tutti  nella parte sinistra,  chiamati dagli addetti ai lavori  “risultati puri” .

Essere più in alto nella lista dei  “risultati puri” è influenzato non solo dalla ottimizzazione del Sito svolta dal nostro fornitore di servizi informatici,ma anche dai contenuti.  E’ sempre più attuale la citazione di Bill Gate  “Content is King”  (il Contenuto è il Re) soprattutto dopo il lancio dell’ultima versione dell’ Algoritmo di Google  (Google Hummingbird  =Colibrì), lo scorso settembre.
Google aggiorna periodicamente  il suo algoritmo, per fornire ai propri utenti SERP  migliori,   che presentino   tra i primi  “risultati  puri”  pagine con valore effettivo. Con Hummingbird  migliora l’analisi semantica delle query di ricerca, e si accresce  ulteriormente l’importanza  dei contenuti buoni ed originali. Aprire un blog nel proprio sito e aggiornarlo  è il miglior modo per ottenere un posizionamento duraturo nel tempo.

twitter@daviscussotto