domenica 20 gennaio 2013

Evoluzione della Comunicazione in Medicina (Tamà)



Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria
Ma il cambiamento relativo al modo
di trasmettere il sapere non si è fermato a
Gutenberg: è oggi esploso lo strapotere
informatico. È qui impossibile e, di certo,
molto noioso, ricordare ciò che tutti ormai
conoscono e vivono per diretta esperienza
pluriquotidiana: web, internet e on-line
sono definitivamente divenuti patrimonio e
strumento diffuso nell’ambito della comunicazione
e, al riguardo, la comunicazione
medica vive og ni giorno di più di questa
risorsa.
Qual è la conseguenza pratica più diretta?
Semplice: mentre è impensabile eliminare
le strutture accademico-didattiche istituzionali,
deve essere invece attentamente
esaminata la potenzialità del self-publishing
come strumento di diffusione della competenza
medica ad ispirazione ippocratica.
La rinuncia al diritto d’Autore deve essere
la prima e più logica conseguenza di
questo approccio ippocratico, dato che il
giuramento ho proprio come pietra angolare
la rinuncia ad un compenso per la diffusione
del sapere medico.
È forse utile sapere che in Germania e
nel nord-Europa esiste un partito politico,
di notevole consenso elettorale (partito dei
“Pirati”) che pone come elemento fondante
della propria campagna proprio la eliminazione
del diritto d’Autore. La più logica
delle conseguenze è che questo ambizioso
programma sia di difficile attuazione nel
mondo della letteratura et similia, mentre
nel mondo medico (un’entità “di nicchia”)
oltre che coerente con il principio ippocratico
sia anche di facile attuazione da parte di
una compagine sociale (medici e “sanitari”
in genere) perfettamente in grado di attuare
il self-publishing.
Questo, in pratica, cosa significa? Significa
che chiunque sappia usare un computer
limitata diffusione scritta. La possibilità di
apprendere l’arte medica, anche nel periodo
ellenistico, romano e medievale, si realizzava
attraverso modalità manuali: schiere
di scribi o, più tardi, amanuensi (“a manu
servus”, cioè schiavo che ha l’incarico di
copiare a mano) tramandavano, sotto organizzata
dettatura degli “editori” di allora,
quanto alcuni (rari) medici dovevano tramandare.
Il tutto, stante il giuramento di Ippocrate,
rigorosamente gratis et amore Dei.
Con la stampa di Gutenberg (1455) le
cose cambiarono: cambiarono ma lentissimamente.
Ci vollero secoli, infatti, perché
la scienza medica venisse tramandata “per
iscritto” con un meccanismo, però, ancora
sostanzialmente “ippocratico”. Ma, poi,
tutto cambiò. Con la strutturazione didattica
secondo uno schema Accademico-Universitario
non fu più neppure pensabile una
trasmissione “gratuita” del sapere medico.
È pertanto inutile ricordare come il passare
dei decenni, fino ai giorni nostri, abbia
caratterizzato l’indiscussa e (per i tempi)
indiscutibile dilatazione di due connessioni
obbligate tra docente ed allievo: la Scuola
Ufficializzata (e a pagamento) insieme alla
Casa Editrice, con l’ufficiale “diritto d’Autore”.
Questa connessione (“link” si direbbe
oggi) ha, di fatto, completamente eliminato
l’auspicato rapporto di “fratellanza”
del giuramento di Ippocrate: per imparare
si paga e per concretare i diritti d’Autore si
paga.
Come se questo non bastasse, con il passare
degli anni si è resa necessaria anche
una dichiarazione, da parte del docente, che
il suo insegnare è del tutto privo di ogni legame
commerciale (conflitto di interessi).
Tutto questo, chiaramente, rende la frazione
citata del Gsiuramento d’Ippocrate un
malinconico ricordo, del tutto concretamente
impraticabile.
Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria
nunciato il giuramento medico e nessun altro”.
Ora questo non deve apparire in contraddizione
con la necessità indispensabile
(ampiamente caldeggiata dal sottoscritto)
di una profonda informazione sanitaria accuratamente
preparata. Deve però far comprendere
come la diffusione di esasperati
suggerimenti di autodiagnosi, con illusorie
promesse terapeutiche (vedi implantologia
e, addirittura, cellule staminali!) portino ad
un completo travisamento e complicazionedel
rapporto medico-malato.
Un caso molto particolare è quello riguardante
la autopresentazione (e promozione)
mediante siti online. Suggerendo al
lettore di rifarsi, a questo proposito, alla bella
esposizione di Davis Cussotto (Newsletter
de ildentale.it Data: 14 dicembre 2012
19.28.24 GMT+01.00) qui mi limito a suggerire
grande cautela, al riguardo, dato che
numerose, dirette “confidenze”, al riguardo,
mi hanno convinto di operare con estrema
circospezione.
Peer review e impact factor.
Parlando con colleghi di questi argomenti
le prime e più istintive obiezioni riguardano
cosa può succedere del peer reviewing e
dell’impact factor. Il primo dubbio (peer-reviewing)
è che, con il self-publishing, ogni
improvvisato collega, autocertificandosi,
possa raccontare le più stravaganti stranezze
senza alcun controllo. Ad una più attenta
considerazione il problema non si pone, perché
tutti i colleghi “istituzionalizzati” saranno
certificati dai rispettivi leader istituzionali.
Chi, invece, farà del self-publisching da
scrittore “libero”, dovrà solo mettere sotto il
proprio nome di Autore anche il proprio numero
di appartenenza alla FNOMCEO, in
modo che si capisca subito se è un collega o
può essere in grado, con un addestramento
davvero modesto, di comporre il proprio articolo
ed il proprio libro (e-book).
E la promozione? E la distribuzione?
Questi problemi per il nostro mondo odontoiatrico
non esistono in assoluto, perché noi
ci riferiamo a gruppi ben identificati, catalogati,
istituzionali, che, con i loro indirizzari
possono permettere una “impollinazione”
precisissima e, sostanzialmente, relativa a
qualche decina di migliaia di “target”, non
di milioni, come per distribuire Harry Potter
o simili.
I “data base” di ANDI, AIO, UNID,
ANTLO… permettono di raggiungere con
grande semplicità Tutto l’Universo di dentisti,
igienisti, ASO e odontotecnici: il nostro
mondo informatico è sostanzialmente
piccolo ed è ad esso che si può rivolgere il
self-publishing, e con grande facilità.
Ma c’è di più: l’archivio più sicuro di Tutti
noi odontoiatri, ad esempio, è la FNOMCEO
che, con la Cao, può in un batter d’occhio
raggiungere Tutti noi e senza bisogno di
passare né da Case Editrici né sponsor.
Ecco qua un ulteriore vantaggio: con il selfpublishing
si elimina completamente l’intermediazione
di sponsor che, esista o meno
un conflitto di interessi, possono tranquillamente
(e più ampliamente) svolgere la Propria
operazione promozionale senza però
includere dei “testimonial” che diventano
forzatamente delle figure anti-ippocratiche.
Ippocrate e la pubblicità on-line.
Mi ero riservato, nella prima parte della
esposizione, di affrontare anche un altro
paragrafo del “Giuramento”. Infatti il terzo
capoverso del Giuramento dice testualmente:
“(giuro) di mettere a parte dei precetti
(omissis) gli allievi iscritti che abbiano proECO
Ergonomia e Comunicazione in Odontoiatria
un ciarlatano. E qui si deve sottolineare che
l’unica discriminente è proprio e solo questa:
mentre chi non è medico non può (non
deve) “autocertificarsi” perchè commette
un’illecito (a partire da Ippocrate), invece
qualunque medico, odontoiatra, igienista
può scrivere tutto ciò che ritiene utile alla
professione. Più precisamente: non sono i
peer-reviewers di una qualsiasi casa editrice
che possano ritenersi, a loro volta, “certificati”
per essere in grado di censire/autorizzare
la pubblicazione di un collega. Brutalmente:
non è la “chiara fama” o la posizione
all’interno di una Associazione che possano
costituire fattore di autorizzazione al peeerreviewing,
cosa che, invece, va pretesa (eccome!)
dai Direttori di Istituzioni Accademiche
nei riguardi dei loro collaboratori.
Quanto all’impact factor il mio discorso
è molto più critico. L’impact factor è fortemente
influenzato da un gran numero di
elementi accessori, tra i quali è dominante
la Casa Editrice per la quale si è prodotta
la pubblicazione, la lingua con la quale si
pubblica, la conoscenza diretta di uno specifico
Autore. Al contrario, dunque: vero
e eccellente impact factor sarà quello che
vedrà citare, progressivamente e inesorabilmente,
un lavoro che colpirà la gran massa
dei frequentatori del web. Si tenga presente,
per chi non ne fosse al corrente, che questo
è il metodo con il quale giorno per giorno
(ora per ora?) scrittori sconosciuti di qualsiasi
campo letterario vengono a raggiungere
quelle pole-position che sono gli indiscutibili
“impact factor” delle novità letterarie.
D’altra parte tutto ciò che riguarda l’impact-
factor merita un discorso specifico e
chiarificatore. In sostanza ci dobbiamo chiedere
se Dante, Manzoni, Moravia o Quasimodo
abbiano avuto bisogno di un “certificato”
impact factor: è stata, ovviamente,
la storia letteraria, con il passar degli anni e
sotto l’impulso della accettazione del pubblico
(mercato?) dei lettori che ha “certificato”
l’impatto di questi Autori riguardo a
quanto poteva esservi di dubbio. Entriamo,
più da vicino, in un campo a noi perfettamente
noto: quello medico. Forse che Wasserman,
Golgi, Forlanini, Glikman, Roger-
Anderson, hanno avuto bisogno dell’impact
factor per certificare i loro straordinari risultati?
O non grava, piuttosto, sull’impact factor,
il (non malizioso) sospetto che esso costituisca
il filo conduttore per ben guidare
situazioni concorsuali o comunque, carrieristiche?
E qui, torna utile citare per puro ed indiscutibile
caso personale, il lancio, da parte
mia, del riunito tipo SPRIDO: ha questo
forse avuto bisogno di impact factor? Pubblicai
(1971) l’articolo riguardante questa
innovazione da me proposta, e non ebbi mai
alcun impact factor. Eppure non è oggi un
mistero per nessuno che i riuniti basati sul
principio SPRIDO, indipendentemente dalle
Case che li producono, sono, in assoluto,
i riuniti più diffusi, almeno (a quanto mi
consta) nel mercato europeo e, forse, mondiale.
L’impact factor maggiore, per me è
stato il riconoscimento che la professione (il
“mercato”) ha dato alla mia pubblicazione
di oltre 40 anni orsono.

Carlo Guastamacchia  numero 0 della rivista ECO



venerdì 18 gennaio 2013

intervista a Pelliccia & Gallucci uno



Forniamo contributi alla gestione dello studio dentistico (Practice Management) sotto forma di interviste e articoli di esperti del settore.
Dall’esperienza  del   recente  Dental  Forum  2012   (Odontoiatria di qualità , come comunicarla e realizzarla in modo sostenibile)    è nato  il connubio
di Antonio Pelliccia    e  Francesco   Gallucci, due Accademici con  vissuti e percorsi  esperienziali  diversi ,  che insieme  si ritroveranno ad Asti   il 22, 23 marzo 2013  per il corso

“un weekend con il Marketing per il tuo successo professionale”.
Abbiamo   posto 6 domande  ad Antonio e Francesco, ed oggi pubblichiamo la risposta al primo quesito.

Sono un dentista  o un’assistente con esperienza che coordina da anni lo studio in cui lavoro,  perché dovrei fare un corso di marketing?

Antonio:  se tu sei un dentista o se sei un assistente, gli obiettivi sono diversi, ma alcune risposte sono simili. Ad esempio, se come dici hai maturato una certa esperienza, hai sicuramente potuto analizzare che il mercato, l’economia, la competitività e le norme, in questi anni sono cambiate. Avrai potuto sicuramente assistere al grande impatto che ad esempio Internet ed il Web ha avuto sulla comunicazione, sull’informazione e sulla formazione. Avrai potuto verificare che le esigenze dei pazienti sono oggi maggiori e che mantenere il parco pazienti e stimolare il passaparola siano attività che vanno pianificate professionalmente. Anche se nel tuo studio in fondo la crisi non si sente, o si sente moderatamente, devi investire per essere competitivo e governare in cambiamento che sta avvenendo con alle porte le Assicurazioni, le Convenzioni, i Network, le catene Low Cost, l’esterofilia,...come dice il famoso claim: “prevenire è meglio che curare” e mantenere i pazienti è un compito oggi che va svolto con competenza. Inoltre sai che i costi sono aumentati, che la pressione fiscale ed i controllo sono aumentati, che non basta più solo portare le “fatture” al commercialista, ma che devi conoscere il costo orario, che devi sapere se è quanto puoi far risparmiare ai pazienti, che la pianificazione degli investimenti e quella fiscale sono fondamentali, che il controllo gestionale è vitale e che non basta il buon senso, bisogna essere competenti e saper prendere le giuste decisioni. In tutto il mondo i dentisti svolgono corsi e si preparano al practice management, il motivo è che sanno di essere degli imprenditori, cioè persone che investono e rischiano per trarre profitto dalla propria attività e grazie a questo offrire il miglior servizio ai propri clienti (pazienti). Avresti anche dovuto assistere al grande cambiamento che è avvenuto in ambito clinico in odontoiatria, dove materiali e metodi nuovi, ricerca continua e nuove aree sono state sviluppate. L’odontoiatria ha vissuto epoche cliniche cruciali: dall’ortodonzia cresciuta verticalmente dagli anni ‘80, all’ implantogia sviluppatasi dagli anni ‘90, all’estetica degli anni 2000, fino alla tecnologia ed alla comunicazione dell’attuale decennio. Sicuramente hai anche potuto leggere annunci di ricerca di personale in ambito sanitario e vedere quanti laureati oggi cercano un posto come “office manager” in ambito sanitario per capire che la tua preparazione  professionale deve essere adeguata al cambiamento che velocemente sta interessando la società, la politica, la cultura e l’economia. Siete pronti? Questo corso unisce me ed  Francesco in un mix perfetto di esperienze. Un economista ed un sociologo che dall’economia al Web, passando per la comunicazione e la gestione delle risorse umane, che si addentreranno nel marketing con le sue numerose ed efficaci declinazioni, dal marketing etico al marketing strategico. Ma non sarà noioso, le relazioni sono ricche di aspetti pratici e ti coinvolgeremo!


Francesco: un dentista così  come  assistente che coordina (office manager)  devono  conoscere i pazienti e questa conoscenza è  importante
perché consente di capire le reali motivazioni che li spingono a scegliere il nostro  studio dentistico.
Tali motivazioni non riguardano solo le capacità  professionali e l'aggiornamento tecnologico ma
anche la qualità  del servizio di accoglienza e di assistenza,  le esigenze  emozionali del paziente.
Oltre a questi aspetti che riguardano la relazione con il paziente è  importante capire e mettere in pratica
le tecniche di comunicazione che lo studio odontoiatrico può  adottare per aumentare la propria visibilità  esterna,
ed essere presente nella mente del paziente nel momento in cui si manifesta il bisogno di una visita o di un intervento.
Una terza motivazione riguarda le tecniche di management di gestione dei fattori interni miranti essenzialmente
al miglioramento dell 'efficienza e delle motivazioni dei collaboratori e il controllo delle variabili economiche dello studio.

Sulla locandina allegata  troverai   oltre ai  curricula di Antonio  e Francesco  anche il programma scientifico  che verrà svolto  durante il corso.